da “Tuodiritto.it” del 26/03/2015 – Se la Commissione Tributaria ritiene che il tributo previsto da un regolamento è illegittimo (perché ad esempio contrasta con i principi della legge) può decidere di disapplicarlo. Ciò è quanto emerge dalla sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce (sentenza n.621/02/15, depositata il 6/03/2015; liberamente visibile su www.studiolegalesances.it – Sez..
Pubblicazioni
EQUITALIA: CARTELLA NULLA SE GLI INTERESSI NON SONO CHIARI
da “Il Giornale delle PMI” del 20/02/2015 – È illegittima la cartella esattoriale di Equitalia se il calcolo degli interessi non è chiaro. A tali conclusioni è giunta una recente pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale di Como (sentenza n.409/03/14, depositata il 4/09/2014; liberamente visibile su www.studiolegalesances.it – Sez. Documenti), dove si chiarisce che “… nonostante.
EQUITALIA DEVE ESIBIRE LA CARTELLA: NUOVA SENTENZA
da “Altalex” del 6/02/2015 – Equitalia deve esibire la cartella se il contribuente lo richiede e se non lo fa non vi è prova della sussistenza del debito tributario. Ciò è quanto emerso da una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano (Sent. CTP di Milano n.3824/25/14), la quale stabilisce quali sono gli obblighi del concessionario nel caso.
GLI INTERESSI EQUITALIA? LA RATEAZIONE E’ DA RIVEDERE
da “Affaritaliani.it” del 1/12/2014 – La proroga della rateazione concessa da Equitalia non può prevedere un nuovo piano ancora più penalizzante per il contribuente in termini di interessi e spese applicate. A tali conclusioni è giunta la Commissione Tributaria Provinciale di Brindisi che, con sentenza n.246/01/14 deposita 14/02/2014 (sentenza liberamente visibile su https://www.studiolegalesances.it/category/documenti/ ), ha.
LA SENTENZA POCO CHIARA GIUSTIFICA L’APPELLO
da “Tuodiritto.it” del 14.11.2014– Se la sentenza è scritta in maniera poco chiara può generare confusione tra le parti e contribuire alla continuazione della causa e generare ulteriore contenzioso. Per tali motivi si ritiene giustificato non condannare la parte soccombente al pagamento delle spese legali. A tali conclusioni è giunta la Suprema Corte che, con sentenza.
L’ACCERTAMENTO FISCALE VIA PEC E’ ILLEGITTIMO
da “Il Giornale delle PMI” del 5/11/2014 – L’accertamento fiscale inviato al contribuente tramite posta elettronica certificata (cd PEC) è illegittimo poiché nessuna legge prevede tale modalità di notifica da parte del fisco. A queste conclusioni è giunta recentemente la Commissione Tributaria Provinciale di Milano che, con sentenza n.6087/21/14 (liberamente visibile su https://www.studiolegalesances.it/category/documenti/ ), ha chiarito.
REDDITOMETRO: NUOVE DIFESE PER IL CONTRIBUENTE
da “Affaritaliani.it” del 15/10/2014 – Per potersi difendere dal Redditometro il contribuente può provare la presenza di ulteriori redditi esenti oltre a quelli già dichiarati (ad esempio donazioni e/o regalie) ma non è tenuto a dimostrare che proprio tali redditi esenti siano stati utilizzati per sostenere le spese contestate. Tale precisazione è stata fornita dalla.
LOTTA ALL’EVASIONE: NUOVA CIRCOLARE
da “Tuodiritto.it” del 29.09.14 – Nuove linee guida in materia di accertamenti fiscali. Con la circolare n.25/E/2014 del 6 agosto scorso (circolare liberamente visibile su https://www.studiolegalesances.it/2014/09/08/circolare-n-25e-del-6814-prevenzione-e-contrasto-dellevasione/), infatti, l’Agenzia delle Entrate ha voluto chiarire alcuni principi cardine in materia di verifiche. Sul punto, dunque, l’Ufficio specifica che “un adeguato confronto con il contribuente consente, da un lato,.
IL GIUDICE TRIBUTARIO PUO’ RICALCOLARE L’ACCERTAMENTO
da “Altalex” del 25/09/2014 – La Commissione Tributaria è chiamata a valutare non solo la legittimità o meno degli accertamenti ma, nel caso in cui dovesse ritenere errati i calcoli dell’Agenzia delle Entrate, può rideterminare anche le pretese fiscali. Sono queste le conclusioni a cui è giunta la Commissione Tributaria Regionale di Milano che, con.
L’OMESSO VERSAMENTO IVA NON E’ PIU’ REATO
da “AFFARITALIANI.IT” del 1/09/2014 – Il mancato pagamento dell’Iva da parte dell’impresa per importi superiori ad euro 50.000,00 e fino a 103.291,38 euro non è più previsto come reato. A tali conclusioni è giunto il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce (GIP), Dott.ssa Simona Panzera, la quale, con sentenza n.436, depositata in.